Recensione "The prison healer. La guaritrice di Zalindov", di Lynette Noni #Tu leggi, io scelgo
Buongiorno lettori, oggi per la rubrica "Tu leggi, io scelgo" vi lascio la recensione di "The prison healer", di Lynette Noni. La rubrica, gestita da Chiara e Chicca, prevede che ogni mese ad ogni blog partecipante ne venga casualmente assegnato un altro tra cui scegliere cosa leggere per il mese successivo! A Novembre mi è stata assegnata Erica, qui trovate la sua recensione😊.
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 4 Aprile 2023
Traduttore: Angela Ricci
Pagine: 384
"Kiva ha diciassette anni e ormai da tempo ricopre il ruolo di guaritrice a Zalindov, una prigione letale in cui chiunque è sacrificabile, in qualsiasi momento. Un giorno, nella sua infermeria approda la Regina Ribelle, che è stata catturata ed è gravemente malata. A Kiva viene ordinato di tenerla in vita a ogni costo affinché possa sostenere il Giudizio degli Elementi, ovvero quattro prove quasi impossibili da superare per riottenere la libertà. Consapevole che la Regina Ribelle non è in grado di affrontarle, Kiva prende il suo posto, pur sapendo che nessuno, in realtà, è mai sopravvissuto. Mentre Zalindov è in fermento e pregusta morte e distruzione, a vegliare su Kiva e ad aiutarla interviene un nuovo, misterioso detenuto, che piano piano si conquista un posto speciale nel suo cuore."
RECENSIONE
Avevo questo libro nella pila della vergona dei libri da leggere ormai da una vita, ho approfittato pertanto di questa rubrica per recuperare la serie! Ammetto di nutrire dei sentimenti contrastanti su questa lettura.
Da una parte ho trovato la storia molto banale, con la classica eroina sola al mondo che lotta costantemente per sopravvivere, vessata, umiliata, sempre in pericolo di vita che fa di tutto per salvarsi da sola senza l'aiuto di nessuno, tante prove da superare per lei, una come tante, ma che si scopre poi essere qualcuno di molto diverso.
Dall'altra invece è stato davvero originale ambientare tutta la storia, almeno di questo primo libro, all'interno della prigione di Zalindov, dove finiscono i criminali del Regno, e dove Kiva svolge il ruolo di guaritrice.
Ecco per me l'aver ambientato il libro completamente all'interno della prigione è stato sì un fattore innovativo e convincente: l'autrice è riuscita infatti perfettamente a trasmettere quel senso claustrofobico di dover vivere in una città/prigione, tutti ammassati, senza alcun diritto, vittime di soprusi e abusi da parte delle guardie, in scarse condizioni igienico sanitarie, considerati meno che animali. Diciamo che, perdonate l'eresia del paragone, mi ha fatto venire davvero i brividi perché mi ha ricordato in un certo modo i campi di concentramento, in alcuni passaggi mi ha toccato molto.
Come rovescio della medaglia c'è però stata, a tratti, la noia. Tutto molto ripetitivo, o si parlava delle cure che Kiva doveva somministrare ai poveri prigionieri, o delle cure che Kiva doveva ricevere a seguito delle prove che doveva affrontare o delle ricerche che doveva fare per trovare una cura all'epidemia del virus intestinale che stava di nuovo decimando la popolazione della prigione, stop. Ad un certo punto non ne potevo più 😅.
Il tasto dolente è stato poi il world building piuttosto debole o meglio, più che altro non pervenuto. Sappiamo che ci sono diversi regni, che c'è una casa regnante, che c'è una regina ribelle che vuole rivendicare il suo diritto al trono, che i criminali (e purtroppo non sempre veri criminali) finiscono a scontare le loro pene fino a morirci a Zalindov, ma poi basta. Cosa c'è al di fuori della prigione? Qual è la situazione geopolitica?
In questo caso però è un primo libro e sono sicura che tutto ciò ci verrà spiegato nei prossimi libri.
Ho trovato molto interessante la protagonista, Kiva, finalmente per una volta non abbiamo una superoina, ma una ragazza molto vera e molto umana. Kiva ha solo sette anni quando suo malgrado entra a Zalindov insieme al padre, accusato di cospirazione solo per essere stato visto vicino ad alcuni ribelli. Dopo la perdita del padre, avvenuta dieci anni dopo, ne prende il posto come guaritrice del campo, un ruolo importante che le dà un minimo di privilegio in quanto dalle condizioni più dignitose e meno pesanti di quelle di altri prigionieri, ma comunque oggetto di ogni vessazione perché considerata la protetta e spia del Comandante della prigione. Una ragazza, sola, che mi ha fatto molta tenerezza, mi è piaciuta perché è forte e coraggiosa a modo suo. Lei cerca solo di stare fuori dai guai, testa e sguardo basso, mai una parola fuori posto, ogni cosa è fatta per sopravvivere un giorno di più e sperare nel salvataggio da parte della madre e dei fratelli, che erano sfuggiti alla cattura. Una famiglia che sta aspettando però da dieci anni, che le manda dei bigliettini in codice di tenere duro perché arriveranno, ma poi non arrivano mai e Kiva deve contare solo su sé stessa, trovando da sola un modo per raggiungere la libertà.
Ho poi adorato tantissimo, forse anche di più, i personaggi secondari, Tipp, Naari, Jaren e Mot, secondo me l'autrice con loro ha fatto davvero un ottimo lavoro. La Noni ha uno stile semplice, pulito, lineare che si legge con molto piacere.
Ho trovato la motivazione dietro ad alcune scelte piuttosto debole, soprattutto per quanto riguarda Jaren, ma il finale è stato con il botto! Ha presentato diversi plot twist, il primo non me lo aspettavo, il secondo nemmeno, ma dopo il primo avevo iniziato a sospettare qualcosa perché è il classico trope di ogni YA che si rispetti, non vi dico di più per non fare spoiler, non mi aspettavo però le modalità con cui l'abbiamo scoperto! Il finale per me merita tutte e quattro le stelle, per fortuna si tratta di una serie conclusa perché non vedo l'ora di proseguire!
4⭐⭐⭐⭐
Grazie alla grafica di Chicca vi lascio il banner con le date di pubblicazione delle mie colleghe, ci rivediamo a gennaio 😉
Alessia @nyn_82_and_her_booksworld su IG




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